Nei numeri precedenti: il Dottor Destino ha deciso di aiutare l’Uomo Ragno in un tentativo di redenzione, assumendo l’identità dell’eroe in armatura Iron Master. Investigando sulle attività del Franchise sono stati attaccati da Goblin e Catalyst.

 

Un magazzino vicino al porto, New York City

-Ma perché queste cose capitano sempre a me?- sospira l’Uomo Ragno, gettandosi nella mischia.
Col senno di poi avrebbe dovuto aspettarsi che accettare l’aiuto del Dottor Destino non avrebbe portato a niente di buono.

Adesso si ritrova nel mezzo di una battaglia tra Destino e Goblin, con la complicazione aggiuntiva della sua ex protetta Catalyst.

-Bah! Non potrai evitare i miei raggi fotonici per sempre, malefico folletto verde! Destino ha trionfato contro Silver Surfer in più di un’occasione!- si vanta il dittatore; Goblin schiva con maestria i suoi raggi eseguendo acrobazie aeree con il suo aliante, ma l’armatura di Iron Master è probabilmente letale quanto quella che è abituato ad indossare: se avesse voluto abbattere il criminale, probabilmente l’avrebbe già fatto.

-Hey, giusto un suggerimento: se vuoi agire in incognito, smettila di gridare il tuo nome!- suggerisce l’Uomo Ragno, costretto improvvisamente ad atterrare quando la ragnatela a cui è appeso viene trasmutata in acqua.

-Ragno, che sta succedendo? Destino ti sta controllando mentalmente?- chiede la giovane eroina, avvicinandosi lentamente all’uomo che considerava il suo idolo.

-Posso spiegare tutto, se solo tutti ci calmiamo un attimo.- tenta di prendere tempo l’arrampicamuri, quando il suo Senso di Ragno scatta: Catalyst sta per usare i suoi poteri su di lui.

-Non posso rischiare, mi dispiace.- risponde la ragazza, concentrando le sua abilità nella direzione dell’Uomo Ragno... o meglio nella direzione in cui si trovava prima che lui saltasse via.

Il risultato è che, invece di trasmutare il costume dell’Uomo Ragno in ferro nel tentativo di paralizzarlo, è l’armatura di Iron Master ad essere trasmutata... nel momento peggiore, ovvero quando Goblin gli ha appena scagliato addosso una bomba-zucca.

-Hahaha!!! E tu saresti il più grande supercriminale del mondo!? Sei patetico!!! – lo canzona Goblin. Quando il fumo dell’esplosione si dirada, però, rivela l’armatura del Dottor Destino... e il Senso di Ragno lancia un allarme della massima urgenza.

-Uh-oh. Questo è un grosso problema.- commenta l’Uomo Ragno.

-Che succede?- chiede Catalyst, osservando l’armatura brillare di energia.

-Abbiamo fatto incazzare il Dottor Destino.-

 

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#108 – La tela del destino

di Fabio Furlanetto & Mickey

 

Soltanto i riflessi e l’agilità proporzionale di un aracnide permettono al tessiragnatele di evitare il tornado di raggi energetici e bombe zucca che si è scatenato sul porto. Il suo primo istinto è caricarsi sulle spalle Catalyst ed allontanarla dalla zona di battaglia.

-Lasciami andare! Non sono una civile!-

-Peggio, sei una principiante. Se fossi una civile forse Destino ti lascerebbe stare, ma ti sei appena disegnata addosso un bersaglio grosso come una casa.-

-Credevo fossi sotto controllo mentale, ma... perché stai aiutando il Dottor Destino?-

-Sto cercando di redimerlo.- ammette l’Uomo Ragno.

Proprio ora l’aliante di Goblin viene colpito, precipitando a terra con il criminale.

-Gran bel lavoro che stai facendo.- commenta sarcasticamente Catalyst.

-Pagherai per questa offesa, Goblin!- minaccia Destino sollevando un guanto metallico verso il folletto verde e preparandosi a fare fuoco.

In tutta risposta, con un braccio rotto durante la caduta e senza possibilità di scappare, Goblin guarda in faccia la morte e scoppia a ridere.

-Ancora ridi di Destino?-

-Non sei tu. Sto ridendo di lui.- risponde Goblin mentre l’Uomo Ragno gli atterra davanti, allargando le braccia per fargli scudo prima che Destino possa fare fuoco.

-Spostati, aracnide. Questo insulso giullare si merita la mia punizione.-

-E’ il vecchio Destino che parla. Vuoi il mio aiuto a diventare una persona migliore? Inizia con l’usare la forza solo quando ne hai bisogno. Goblin ha già capito di non essere al tuo livello: chiediti se hai veramente bisogno di ucciderlo.-

Il Senso di Ragno non è ancora scattato: c’è una possibilità che Destino non faccia fuoco, ma Peter può avvertire l’incertezza del suo sesto senso. Per sua fortuna, il suono delle sirene della polizia che si avvicinano sembra essere il fattore decisivo.

-Il nome di Destino non sarà trascinato nel fango dalle incompetenti autorità americane. Non sarebbe... appropriato.- sentenzia il tiranno, disattivando i sistemi offensivi ma al tempo stesso premendo un pulsante nascosto all’interno del guanto... ed il tempo si congela.

Il suono delle sirene svanisce, ed in lontananza la macchine della polizia si fermano. Non c’è più nemmeno un filo di vento.

-Che hai fatto, hai richiesto un timeout?- chiede l’Uomo Ragno.

-Ho attivato il mio Dislocatore Temporale Localizzato. Il tempo nelle nostre vicinanze resterà congelato per diversi minuti. Nessuno ci disturberà.-

-Nessuno tranne... uhm... sei in arresto?- minaccia Catalyst con un filo di voce: si è avvicinata timidamente alla loro posizione, ma le sue gambe tremano quasi più delle sue parole.

-Interroga la tua patetica nemesi, Uomo Ragno. Mi occupo io dell’infante.-

-Destino, se hai intenzione di farle del male...-

Con sollievo dell’Uomo Ragno ed imbarazzo di Catalyst, Destino non ricomincia la battaglia: avvolgendo metà del proprio mantello sotto il braccio come se fosse una toga, fa un mezzo inchino.

-Miss Goodwin, la prego di accettare le scuse di Destino. La rabbia ha accecato le mie maniere.-

-Io, sì, ecco, non... come sai il mio vero nome!?- chiede incerta la neofita.

-Sono Destino. L’Uomo Ragno stava fornendo i suoi servigi nel tentativo di debellare i criminali che insozzano la sua già flebile fama: deduco che lei stesse facendo altrettanto?-

-Sì, ho... i miei poteri mi permettono di identificare qualsiasi composizione chimica, e sapevo che le ragnatele messe in circolazione dal Franchise non erano quelle vere. Ho seguito una pista che mi ha portato qui. Ma tu cosa...-

-E’ sufficiente. Questa udienza è terminata.- taglia corto il Dottor Destino, alzando una mano per puntare contro Catalyst quello che ha estratto dalla cintura: un piccolo dispositivo installato sul palmo del guanto, e che emette una strana luce nella sua direzione.

-Destino! Ti ho detto di non farle del male!- protesta l’Uomo Ragno.

-L’Ipnotizzatore Istantaneo di mia invenzione non ha effetti nocivi. La ragazza non ricorderà nulla di questa notte: una precauzione necessaria per preservare il mio anonimato. Avrei potuto trasformarla in una statua di sale con un banale incantesimo, ma penso troverai questa una soluzione più umana.-

-Vai in giro con una compagnia discutibile, ragnetto: cosa ne penserebbe la tua deliziosa mogliettina? Oh, cosa dico, di certo non gliel’hai tenuto nascosto... vero?- lo punzecchia Goblin.

-Che è successo Norman, hai smesso di prendere i tuoi farmaci? Eri più sano di mente durante la nostra ultima chiacchierata. Credevo avessimo un accordo! Cosa ci fai in costume?-

-Che tu ci creda o meno la mia presenza qui non ha nulla a che fare con te, Uomo Ragno: sono qui per saldare un conto con degli affaristi che mi hanno fatto perdere milioni di dollari.-

-Come, facendoti causa per offesa al pubblico pudore per come te ne vai in giro?-

-Diciamo soltanto che non tutti i miei capitali sono visibili al governo. Hai mai provato a dedurre dalle tasse il budget per costruire boomerang a forma di pipistrello? Solo un idealista penserebbe che un’operazione del genere si possa tenere in piedi senza compromessi morali.-

-Quindi ti sei lasciato abbindolare da qualche conto segreto offshore?-

-Non la metterei esattamente così... ma i miei soldi, così come quelli di altri industriali del mio rango, sono stati sfruttati da una società segreta per finanziare le operazioni del Franchise... e questo è uno dei loro punti nevralgici.-

-Ed invece di avvisare le autorità hai deciso di intervenire da solo per continuare a nascondere i tuoi conti segreti? Vedi, Norman, è per cose del genere che non mi fido della tua nuova carriera da vigilante.-

-Non ho ucciso nessuno, Peter, così come dai nostri accordi.-

-Hey, non usare il mio nome quando non siamo... un momento, che fine ha fatto Destino!?- si chiede l’Uomo Ragno: lui e Goblin sono rimasti da soli.

 

Con un gesto fulmineo, Spidey prende una cartuccia speciale dalla cintura e la carica nel tessiragnatele. A tradimento, la spara all'indirizzo di Goblin che sta andando alla ricerca di Destino.

-Ma cosa..?!- lamenta mentre la tela a impatto, a contatto con la sua schiena, inizia ad avvolgerlo come in un bozzolo.
-Mi ero illuso che non saremmo tornati a fare questo gioco io e te.-

-Adesso usi i trucchetti del Ragno Rosso contro di me?!-
-Tutto fa brodo. Fa' il bravo mentre vado a fare babysitting al mio piccolo despota!- lo saluta entrando nel magazzino, neanche sicuro di poter essere udito.

In realtà impera il silenzio: dev'essere ancora attivo il congelamento del tempo. “Come ha fatto a non sconfiggere i Fantastici Quattro con tecnologie del genere... solo l'Arcano lo sa”.

Nel frangente particolare, tutto ciò che balza ai suoi sensi dev'essere collegato a Destino, come quel flebile odore di combustione non carbonica legato al volo della sua armatura. E' sufficiente per agevolare la sua ricerca nel battere a tappeto tutta la struttura.
-Ta-dan!- esclama a bassa voce, quando finalmente s'imbatte in una classica botola che era nascosta sotto una pesante cisterna, prima che Destino l'avesse smossa, come visibile dalle strisce di polvere e umidità.

Quatto quatto, discende in quella che ha tutta l'aria di essere la base segreta sotterranea di un criminale, o di una banda di malviventi. Se c'erano sistemi di sicurezza, non sono attivi grazie al trucco del latveriano. Di sicuro l'armatura del Dottor Destino ha sensori e allarmi che possono evadere tutte le sue precauzioni nel non farsi scoprire. In realtà, in qualche modo, l'insolito alleato porta di nuovo le insegne di Iron Master.

“Ma non era stata trasmutata? Ne sa una più del diavolo... letteralmente!” pensa l’eroe.

-Ce ne hai messo di tempo.- dice Destino, senza nemmeno voltarsi, preso a sfogliare qualcosa.

-Te l'ho detto che a Chinatown c'è una lavanderia che si chiama Iron Master[i]? Pare si faccia pagare caro ma come ti fanno le camicie loro non...-
-Cessa le tue farneticazioni, Uomo Ragno. Non posso abusare del blocco del tempo e devo finire di acquisire tutti i dati di questi libri contabili del Franchise.-

-Ok, fa' pure.- alza le mani, mentre rovista intorno in cerca di altri indizi e prove. -Hai mai pensato a quanto bene potrebbe fare un'invenzione rivoluzionaria del genere nelle mani giuste?-

-Ho ipotizzato innumerevoli scenari per la diffusione di ogni mia singola invenzione e puoi immaginarne gli esiti se non sono ancora disponibili alla popolazione generale. Del resto, non mi sembra di aver visto sfrecciare nei cieli di New York macchine volanti, a parte la Fantasticar, né cabine per il teletrasporto o macchine del tempo, tutte tecnologie a disposizione del tuo amico Richards.-
-Chiodo fisso, eh?-
-Mentre, come stiamo vedendo, la mera diffusione di una versione semplificata di una tecnologia inutile e banale come la tua ragnatela, ha permesso la proliferazione di un intero cartello criminale. Immagina cosa succederebbe con tecnologie di rango superiore.-
-O-KA-Y, ho afferrato il concetto, non c'è bisogno di calcare la mano! Però segnati che la prossima lezione sarà “come non insultare costantemente la persona a cui hai chiesto aiuto”- chiude il discorso l'Uomo Ragno, frustrato sia dalla lezioncina ricevuta da un fascistoide sia dalla mancanza di contributi alla causa che sta dando. Non ha ancora trovato nient'altro di significativo sul Franchise nella base, a esclusione dei computer.
-Ho tutto quello che ci serve. Possiamo far saltare in aria la base.-

-Cosa cosa? Lezione numero ventordici: non è necessario far quel genere di danni, attirare le autorità e distruggere potenziali prove! Sabotiamo la produzione di ragnatela e basta.-
-Se lo ritieni più appropriato, nonostante il retrogusto egoistico della controproposta.-
-Hai copiato tutti i dati dai computer?- domanda ignorando la frecciata.
-Ovvio. Ne desideri forse una copia?-
-Posso fare da solo, grazie.-
-Provvederò io dopo il sabotaggio.- acconsente Destino, con incongrua placidità, prima di mettersi all'opera con il supereroe per far sì che nessuno possa produrre più ragnatela a parte gli Uomini Ragno: cancellando ogni copia cartacea o digitale delle formule, annichilendone gli ingredienti chiave.

 

Prevedibilmente, l'operazione è durata abbastanza a lungo da far deteriorare la ragnatela che aveva legato Goblin come un salame, permettendogli di dileguarsi nell'aria. Von Doom non ci fa caso e Parker preferisce non farglielo notare.

-Destino ti è riconoscente per il supporto morale.-

Anche stavolta Testa-di-tela si sforza di ignorare il sottotesto di quell'apparente dimostrazione di gentilezza.

-Qual è la tua prossima mossa?-
-Domani ne avrai notizia. Posso giurare sull'anima immortale di mia madre che non sarà in contrasto con i tuoi principi etici e morali.-
-Oh, ok, è inquietante ma paradossalmente mi fa stare tranquillo.-
Iron Master non lo saluta e vola via di punto in bianco.

“Immagino fosse troppo sperare in un passaggio.” pensa l’Uomo Ragno, lanciando la prima ragnatela per dirigersi verso casa.

 

Empire State University

-Questo è il Parker in cui avevo sempre riposto la mia fiducia!- esclama il dott. Sloan, mentre sfoglia delle scartoffie piene di dati e grafici comprensibili solo agli addetti ai lavori.

-Grazie, Preside. Contavo che questo approccio sugli usi industriali della chitina avrebbe fatto preso su un uomo con la sua formazione.- confessa Peter, alludendo alla specializzazione in Entomologia del suo superiore.

-Sei un vecchio volpone. Sicuramente è un progetto di ricerca che merita ulteriori fondi... e chissà che non potrebbe rifruttarti una cattedra.-

 

“I casi della vita: ho successo nel lavoro proprio quando ci sto dedicando solo i ritagli di tempo. E scalpito perché nei ritagli di tempo del lavoro c'è altro su cui voglio... lavorare” pensa lo scienziato, riposizionandosi alla propria postazione, dopo essersi assicurato di essere lontano da occhi indiscreti. Da stamattina, tra un cartellino da timbrare e un confronto col Preside, sta spulciando i dati che gli ha passato Destino, per togliersi un paio di dubbi.

Gli occhi iniziano a stancarsi nello scorrere il lungo elenco di persone impiegate dal losco network, ma nel giro di pochi minuti due gli balzano agli occhi in particolare: Sha-Shan, la vecchia amica dei tempi dell'università, a meno di omonimie... e, forse non a caso, la sorella di Flash, il suo ex ragazzo.

“Quando finisco di lavorare devo assolutamente passare dai Thompson... sperando che Destino mantenga la promessa e non faccia niente di avventato nel frattempo!” si ripromette, per poi andare a indossare le protezioni per mettersi al lavoro.

 

Quella sera, in un appartamento nel Bronx

Jesse Thompson è visibilmente agitata: continua a camminare avanti e indietro nel salotto, aspettando che qualcuno risponda all’altro lato del telefono.

-Sono sicuro che c’è una spiegazione, sorellina.- tenta di rassicurarla Eugene, detto Flash.

-Tu dici? Il call center è completamente sparito: non solo non mi fanno entrare, ma ogni persona che ho conosciuto lì è svanita dalla faccia della Terra e non mi risponde nessuno... non era un granché come lavoro, okay, ma adesso cosa faccio!?-

-Ci inventeremo qualcosa, stai calma.- risponde Flash, quando qualcuno suona alla porta. Non si aspettava visite, ma ancora di più non si aspettava di trovarsi di fronte un uomo con un’armatura grigia molto simile a quella di Iron Man.

-Uhm... posso aiutarla?-

-Eugene Thompson. Abbiamo molto di cui discutere.- risponde “Iron Master”, entrando di forza nell’appartamento nonostante le obiezioni di Flash.

-Hey, aspetta un secondo, tu sei quel nuovo vigilante di cui ha scritto il Bugle giusto? Che cosa ci fai nel mio...- inizia a chiedere Flash, interrotto quando l’Uomo Ragno entra nell’appartamento passando attraverso una finestra che va in mille pezzi.

-Flash!!! Mettiti al sicuro!!!- lo avvisa il tessiragnatele, affrettandosi a mettersi tra lui e Destino. “Deve aver scoperto i suoi trascorsi come Mysterio!”[ii] è la sua preoccupazione maggiore.

-La porta era aperta, e che ca##o!!!- sbraita Jesse, che non ha certo bisogno di dover pagare le riparazioni avendo appena perso il lavoro.

-Linguaggio, signorina. Non mi faccia rimpiangere la mia decisione di aiutarvi.- risponde Iron Master, che con totale sorpresa dell’Uomo Ragno non ha attaccato nessuno... anzi, con tutta calma si incammina verso il salotto per sedersi su una poltrona con la massima naturalezza.

-Amico tuo?- Flash chiede all’Uomo Ragno.

-Un mio fardello, più che altro. Senti, mi dispiace per, uhm, per la finestra. Pensavo che volesse attaccarti e non... guardare la TV.- dice Spidey, sempre più confuso quando vede l’uomo in armatura che ha fatto irruzione nella sua vita accendere la televisione.

Nello specifico, un canale satellitare di notizie economiche che sta parlando dell’improvviso crollo delle azioni della Fondazione Per La Vita.

-Immagino che tu conosca questa organizzazione, Uomo Ragno.-

-Certo, sono survivalisti che incassano milioni di dollari da ricconi a cui rivendono rifugi antiatomici di lusso... quando non finanziano supercriminali o clonano simbionti alieni che provano ad uccidermi. Che cosa ha a che fare con...-

-Un mercato proficuo, certo, ma come ogni multinazionale americana anche la Fondazione Per La Vita brama l’espansione dei propri profitti. Ed il loro ultimo progetto è di subappaltare la distribuzione di servigi criminali alla plebaglia... inclusa una riproduzione della tua ragnatela.-

-La Fondazione Per La Vita è dietro il Franchise!? E me lo dici così!?-

-Era dietro il Franchise. Come puoi vedere, le sue azioni sono appena crollate... una fonte anonima ha informato il governo americano che la Fondazione ha donato milioni di dollari a Latveria, in diretta violazione delle sanzioni internazionali.-

-Aspettate un secondo: stavo lavorando per un’organizzazione criminale che dava soldi ad un dittatore!?- esclama Jesse.

-Temo di sì, miss Thompson. Lei non è stata l’unica ad essere raggirata: la ragnatela è stata sintetizzata basandosi sulle formule chimiche che un certo Dottor Parker ha ingenuamente lasciato diventassero di dominio pubblico.- Destino commenta, guardando l’Uomo Ragno mentre parla.

-Deve aver avuto i suoi buoni motivi.- risponde Spidey a denti stretti.

-Non mi interessa niente di questo Franchise, voglio solo sapere cosa ci fai a casa mia e chi diavolo sei!- protesta Flash.

-Devo saldare un debito. Ci siamo incontrati molto tempo fa, mister Thompson [iii], e non scordo mai un nome. Le ho causato sconforto all’epoca ed oggi ho inavvertitamente reso disoccupata sua sorella... dovevo prendere provvedimenti di persona.-

“Non sembra affatto una cosa da Destino. Che sia veramente cambiato!?” si domanda Spidey.

-Penso mi ricorderei di aver incontrato qualcuno come te. L’unica persona in armatura con cui ho avuto a che fare è il Dottor Destino, e l’ho preso a calci come si meritava!-

-Tu avresti fatto COSA!?- risponde Iron Master, alzandosi di scatto dalla poltrona.

-Flash, non ti abbiamo già preso in giro abbastanza per questa cosa? E’ da anni che tutti ti ridicolizziamo, dovresti smetterla di farti umiliare.- interviene l’Uomo Ragno.

-Ma è la...- tenta di difendersi Flash, zittito quando il suo eroe scatta verso di lui e gli impedisce di continuare. Anche senza poter vedere il suo volto, coperto dalla maschera, Flash conosce l’Uomo Ragno abbastanza da percepire il segnale di “stai zitto se non vuoi fare una brutta fine”.

-Ehm, sì ovviamente stavo scherzando. Di che “provvedimenti” stiamo parlando?-

-Sua sorella non è l’unica impiegata del Franchise ad aver perso il lavoro. Le mie ricerche indicano che conosce bene una certa Sha-Shan Nguyen: in cambio della sua collaborazione, il Franchise ha coperto i suoi guai con l’immigrazione americana ed ha finanziato il Nguyen Physical Therapy Center di Harlem. Può informare miss Nguyen che il suo centro riceverà domani mattina una donazione anonima di ventimila dollari. Il conto bancario di sua sorella, invece, ne ha ricevuto uno da cinquemila nel momento stesso in cui ho messo piede nella sua dimora.-

Flash e la sorella restano a bocca aperta, limitandosi a fissare l’Uomo Ragno... che alza le mani.

-Non guardate me. Mi sembra di essere entrato al cinema dopo essermi perso il primo tempo.-

-Suppongo di doverti ringraziare, Iron Master, ma non posso accettare... se quello che dici è vero, quelli sono soldi provenienti da attività criminali.- dice Jesse.

-Li ho prelevati dai 250 milioni di dollari dei fondi neri della Fondazione Per La Vita che ho appena trasferito all’UNICEF; dovrei forse annullare questa donazione per lo stesso motivo?-

-Chi è questo tipo!?- Flash sussurra all’Uomo Ragno.

-Meglio se non lo sai, credimi.- risponde sottovoce l’eroe.

 

“Dovrei insegnargli anche un po' di buone maniere” ha alzato gli occhi al cielo il tessiragnatele, quando Von Doom non si è preoccupato di aspettarlo ed è sfrecciato via, lasciandolo a rincorrerlo con il lento volteggiare da una parte all'altra della Grande Mela.

 

Casa Parker, Queens

Il viaggio su tela gli ha dato tempo per rifornire il cervello di ossigeno e meditare sull'accaduto: si è comportato davvero nel modo migliore, dando quell'opportunità a Destino?

Lo stesso Goblin, nonostante i patti sanciti tra loro, continua a muoversi sul filo del rasoio, e la nemesi di Mr. Fantastic non è da meno, nonostante le sue smanie da filantropo in cerca di detrazioni fiscali tramite la beneficenza. E nonostante questo, in un lampo è arrivato a sbrogliare la matassa del Franchise, in cui lui stesso si stava avviluppando senza venirne a capo. Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare... stando bene attenti che non si prenda più del dovuto.

 

Quando arriva a casa, il Senso di Ragno non pizzica propriamente, si limita a farlo orripilare, come spesso succede quando c'è un potenziale pericolo.

Niente di cui stupirsi, dal momento che entrando nel soggiorno s'imbatte in Victor Vaughn - la vacua identità fittizia assunta da Destino nella sua ultima visita - che sta parlando con sua moglie, mentre sua figlia May è in un angolo, imbronciata e torva. La bambina non ha (ancora) alcun potere, ma il suo istinto infantile, spruzzato con una spolverata di geni aracnidi dormienti, le genera diffidenza verso l'ospite.

-Oh, è rientrato Peter.- dice Mary Jane con un sorriso stampato. La conosce troppo bene per non capire che lei sospetti qualcosa di significativo sul signor Vaughn.

-Discutevamo giusto del notiziario.- sorride inquietantemente Victor.

-E' incredibile che la bomba sia esplosa così, di botto, senza alcun preavviso,[iv] mentre ancora ne stavate tutti... indagando... voi giornalisti...- allude la rossa.

-Stessa mia sensazione. La vita reale non è come le tue serie televisive, amore: alcune trame non vengono mai risolte, altre vengono chiuse quando meno te l'aspetti per l'intervento di un personaggio sbucato fuori dal nulla.- e punta eloquentemente lo sguardo verso l'intruso. Mary Jane annuisce.

-Proprio vero! Del resto sarebbe noioso vivere in un mondo dominato dalle regole di una sceneggiatura.- si alza e si avvicina alla piccola May, ancora a braccia conserte. - Andiamo di sopra a giocare con i PJ Masks?

-Sì, per favore!- le salta in braccio la scricciola, visibilmente sollevata.

-Discussione interessante quella sulle regole e il libero arbitrio: la riprenderemo alla prossima occasione. Buon proseguimento di serata, signore.- le congeda “Vaughn”.

-A voi.- sono le ultime parole di Mary Jane prima di dileguarsi con sua figlia al piano superiore.

 

In un rigurgito di autorità, il padrone di casa riesce a condurre l'ospite fuori dalla porta d'ingresso, per demarcare un confine. Glielo ha fatto intendere con i fatti e non intende rimarcarlo con le parole, servirebbe solo a far salire la tensione. Meglio la carota del bastone, a questo punto, con un mulo di questa razza.

-Non sai quanto detesti farti dei complimenti, Destino, ma hai fatto un buon lavoro... ci avrei messo chissà quanto a risalire ai mandanti del Franchise. Hai imparato quello che speravi?-

-Ritengo di sì. Le mie colpe sono tante: ho distrutto le vite di numerosi uomini, alcuni dei quali non se lo meritavano...-

-“Alcuni”?-

-...ma posso rimediare. E’ questa la lezione che mi hai dato, Uomo Ragno: anche se non posso cancellare il mio più grande fallimento, tante piccole azioni possono redimerlo.-

-Piccole azioni come smetterla di fare il dittatore e concedere la democrazia ai tuoi sudditi? Dico così, la prima cosa che mi viene in mente!-

-Il tuo corteggiamento della morte rivaleggia quello di Thanos. Le nostre strade si separano qui, Uomo Ragno, ma non prima che io abbia donato anche a te una ricompensa.-

-Non li voglio i tuoi soldi, Destino, non importa quanto provi ad indorare la pillola.-

-Quanto poco mi conosci ancora. No, il mio dono supremo è questo: un Doomlock. [v]- risponde Destino, porgendo a Peter uno strano dispositivo di forma cubica, grande quanto la sua mano.

-Ti prenderei in giro per il nome idiota, ma dall’inventore di “Iron Master” non mi aspettavo di meno. Che accidenti sarebbe!?-

-Per quanto tu sia digiuno di fisica temporale, suppongo tu abbia appreso empiricamente che il viaggio nel tempo non può cambiare la storia: solo generare una linea temporale parallela. Il Doomlock è la soluzione: se attivato, qualunque modifica al flusso temporale sarà permanente.-

-Mi stai offrendo la possibilità di cambiare la storia!? Ma se hai una tecnologia del genere...-

-Perché non l’ho mai usata per conquistare il mondo? Modifiche troppo pesanti possono destabilizzare il multiverso. Ma tu non sei Destino: nulla di ciò che potresti fare sarebbe mai abbastanza importante da causare danni ad alcunché.-

-La tua prossima lezione dovrebbe essere “come smettere di insultare gli altri con ogni singola frase che pronuncio.”- risponde Peter.

Il botta e risposta deve interrompersi perché la coda dell'occhio e il sesto senso fanno girare entrambi verso il cancelletto del vialetto, da cui un viso familiare sta incedendo a passo spedito.

-Peter! Oh... interrompo qualcosa?- si avvicina Flash Thompson.

-Tranquillo, il mio amico stava già andando via.-

Victor non aggiunge altro e si incammina in direzione opposta, ignorando platealmente l'uomo nella cui casa si era introdotto nemmeno un'ora prima sotto altre spoglie, nonostante un "Buonasera" ricevuto.

“Il Dottor Destino perde l’armatura ma non il vizio di avere una personalità insopportabile.” Pensa Peter, spostando la propria attenzione a Flash.

 

-Hai sentito le notizie? - domanda comunque a bassa voce, pur avendo alle spalle lo sconosciuto "amico di Peter"- E' stato il Franchise a rubarti la...-

Flash Thompson vede gli occhi del suo amico strabuzzarsi. Non lo sa ancora, ma stanno per posarsi sul Folletto Verde.

-Ero sicuro di trovarti qui, Victor!- sghignazza Goblin, dopo aver lanciato una bomba-zucca particolarmente minacciosa rispetto alla media, sapendo a chi era diretta.

Presupponendo le sue ragazze relativamente sicure al piano superiore della casa, il primo istinto dell'Uomo Ragno è salvaguardare il suo vecchio amico e allontanarlo da ogni possibile traiettoria della bomba-zucca e dei suoi detriti.

Peccato che per farlo debba lasciare cadere il Doomlock.

Peccato che la bomba-zucca, sapientemente deviata dal Dottor Destino, vada a impattare ed esplodere contro il Doomlock.

 

Casa Parker, Queens

Peter Parker si alza di scatto dal letto. E' stato un brutto sogno? Destino? Goblin? Flash Thompson? C'è ancora di mezzo Mysterio? Non ricorda di essere tornato a casa, ricorda solo di aver schivato l'esplosione. Non era decisamente solo un incubo, ha troppa esperienza nel campo per poterlo pensare più di un secondo.

Accende la luce per assicurarsi che ci sia sua moglie distesa accanto a lui.

Non c'è. (Spiacevole dejà vu).

Il letto non è nemmeno un letto matrimoniale. E' il letto a una piazza in cui dormiva da ragazzino.
L'intera stanza è la stanza in cui viveva da adolescente. Gli stessi mobili, gli stessi poster di Einstein e della tavola periodica.

Il colpo di grazia lo dà lo specchio, una volta che si è alzato con un balzo (sì, ha ancora la sua agilità ragnesca) per guardarsi intorno, e il viso che vede riflesso non lo vedeva da più di dieci anni. I capelli più folti, la pelle più soda e non provata da anni di battaglie e pugni in faccia, i muscoli meno accentuati.

E' di nuovo un teenager, e come indicato dal calendario ora dovrebbe essere ancora al liceo... pur avendo tutte le memorie del resto della sua vita.

 

Casa Watson, Queens

Mary Jane Watson si alza di scatto dal letto. E' stato un brutto sogno? Iron Master? La risata di Goblin? Il rumore dell'esplosione? Non ricorda che cos'è successo dopo quello spavento da cui sembra essersi appena svegliata.

Accende la luce per assicurarsi che ci sia suo marito disteso accanto a lui.

Non c'è e non è la prima volta, ma ha faticato un po' per trovare il tasto della lampada, non era al solito posto.

Il letto non è nemmeno un letto matrimoniale. E' un letto in cui dormiva da ragazzina, quando si rifugiava da zia Anna.
L'intera stanza è la stanza della casa di Anna Watson in cui la ospitava. Gli stessi mobili, gli stessi poster delle boy band dell'epoca.

Il colpo di grazia lo dà lo specchio, una volta che si è alzata per guardarsi intorno, e il viso che vede riflesso non lo vedeva da tempo. I capelli più folti, la pelle più soda, più magra e minuta nel complesso.[vi]

E' di nuovo una teenager, e come indicato dal calendario ora dovrebbe essere ancora al liceo... pur avendo tutte le memorie del resto della sua vita.

 

CONTINUA !!!

 

 

Nel prossimo numero: mentre Peter e Mary Jane rivivono il loro passato, cosa succede nel presente? E che fine ha fatto Flash?

 

 

Note

Finale a dir poco bizzarro della storyline, certo. Ad essere perfettamente onesti, l’interesse per la trame è stato rimpiazzato per l’idea della prossima (platealmente ispirata da No Way Home).
Immagino siano di dovere delle scuse per il finale affrettato, ma è stato preferibile evitare di trascinare la cosa per le lunghe e passare oltre... anche se va da sé che vedremo presto le conseguenze della caduta del Franchise.

 

 

 

 



[i] Per chi non si fosse già imbattuto già in simili giochi di parole ai danni di Iron Man, in inglese il verbo iron vuol dire «stirare» gli indumenti.

 

[ii] La contorta e breve vicenda spiegata di recente tra i numeri #99 e #101.

 

[iii] Su Amazing Spider-Man #5. Se non l’avete mai letto, è la storia in cui Flash si traveste da Uomo Ragno e viene rapito dal Dottor Destino che stava cercando di mettere le mani sull’arrampicamuri per proporre un’alleanza. Era la Silver Age, non è neanche la cosa più strana dell’epoca.

 

[iv] Sì, è forzatamente voluto. Con la sua carriera, Mary Jane Watson sarebbe una fantastica candidata per la versione statunitense di "Boris".

 

[v] Concetto creato da Peter David su X-Factor vol.3 #46 (in Italia X-Men Deluxe 184) e visto in MIT su Destino #8

 

[vi] In realtà il suo attuale corpo è frutto di una recente clonazione (nel numero #9 o giù di lì), quindi dovrebbe essere ancora giovane. Mettiamoci nel calderone la "memoria genetica" e il lento decadimento dei cloni per far tornare i conti, ok?